Moutet è la rivelazione assoluta del torneo del Tennis Como. In campo sa fare tutto, compreso lo star sempre nel match con la testa, leggendo perfettamente le situazioni. E pure quando va un po’ sopra le righe con il comportamento (oggi no), mette in difficoltà più gli altri che se stesso.
A tutto ciò aggiungiamo che il ragazzo ha 18 anni, e il conto è presto fatto: siamo di fronte – salvo clamorose sorprese – ad un big del tennis futuro. Saremmo sorpresi del contrario. Ora Moutet avrà di fronte Matteo Donati, wild card, azzurro di belle speranze che negli ultimi anni ha lottato più contro gli infortuni che contro gli avversari. Ora cerca di tornare in alto in classifica, e il 7-6 7-6 al toro polacco Jerzy Janowicz può essere una buona base di partenza.
Janowicz, ex semifinalista di Wimbledon, non ha giocato al meglio. E la dimostrazione è data dal servizio, oggi poche volte sopra i 220 km/h come invece era avvenuto al primo turno. Troppi anche gli errori, forse proprio conseguenza del servizio non devastante come avrebbe dovuto. Il polacco tuttavia non giocava da settimane e un po’ di su-giù è comprensibile. Nel corso del match ha chiesto anche l’intervento del fisioterapista per fare il tagliando al ginocchio malandato, ma non dovrebbero esserci problemi in tal senso. Janowicz ha poi giocato e vinto in doppio arrivando in semi. Quindi…
Detto tutto ciò Donati ha giocato un ottimo match, senza concedere mai palle break all’avversario e chiudendo con 13 aces contro i 4 del polacco. Insomma, la morale dell’incontro potrebbe essere “chi di servizio ferisce di servizio perisce”.
Fuori invece l’altro nostro osservato speciale, Felix Auger-Aliassime, 17enne canadese che i 17 (tra l’altro) li ha appena compiuti in agosto. Fuori ma senza deludere, perché contro un ex 50 al mondo come Gastao Elias (nell’ottobre 2016, mica anni fa) se l’è comunque giocata alla grande mettendo il portoghese spesso alla frusta.
Il tabellone finale è questo qui: CLICCA. Noi “prendiamo” Cecchinato e Krajinovic nella parte alta, Moutet e Sousa in quella bassa. Non ce ne voglia Kenny De Schepper, ma tanto non ci prendiamo (quasi) mai…