A dire il vero i ritmi di gioco erano già stati rallentati da molto: in ottobre Arnaboldi ha giocato un solo torneo (l’Atp di Stoccolma) e pure a novembre era sceso in campo solo a Bratislava. Da metà settembre insomma il mancino brianzolo (serie A1 esclusa) è stato impegnato in due soli tornei.
Arnaboldi è oggi numero 181 al mondo, 53 posizioni meglio di come aveva chiuso il 2017 (al 234° posto). Un anno che ha vissuto di ombre (la prima metà, dove il canturino era caduto nella 270esima piazza mondiale) ma anche di luci, con la scalata alla classifica in estate (ad agosto era già 175°) grazie a due semifinali nei Challenger di Segovia e Braunschweig e alla finale di Portorose.
Il bilancio complessivo parla di 34 vittorie e 33 sconfitte così divise: 29 a 28 nei Challenger, 4-2 nei tornei Atp, 1-2 nei Futures e 0-1 negli Slam dove Arnaboldi ha giocato solo in Australia. Due gli scalpi importanti del 2019: quello di Martin Klizan (oggi 43 al mondo) battuto 6-3 6-3 a Poznan e quello di Alexandr Dolgopolov (già 13° al mondo, oggi fermo per un infortunio al polso) piegato all’Atp di Marrakech in Marocco per 6-2 6-3.