Sono i numeri della seconda edizione del trofeo internazionale “Città di Cantù” inserito nel calendario mondiale Itf Wheelchair. Torneo che inizierà giovedì 25 aprile per concludersi domenica 28. L’evento è stato presentato questa mattina sul campo principale del Circolo Tennis Cantù in corso Europa. Padrino d’eccezione, come già era stato un anno fa nella prima edizione, il popolare coach di basket Carlo Recalcati.
Nel 2018 il titolo fu vinto da Giulia Capocci nel femminile (oggi numero 5 al mondo, nei quarti di finale agli Australian Open), e dagli olandesi Ruben Spaargaren nel maschile (oggi 15° al mondo) e Niels Vink nel Quad (numero 18 del ranking iridato, unico post 2000 – è un 2002 – tra i primi 50 al mondo). Come a dire insomma che vincere a Cantù porta bene.
A fare gli onori di casa la neo eletta vice presidente del Circolo Tennis Cantù, Ilenia Brenna: “Prima di tutto voglio ringraziare il presidente uscente Nicola Trincavelli, che ha avuto l’idea di questo evento e che ancora oggi è il direttore del torneo. Per noi si tratta dell’appuntamento più importante della stagione. Ma crediamo che sia un evento importante per tutta la città di Cantù, un veicolo importante di promozione del territorio e di marketing. Siamo felici dell’altissima partecipazione di giocatori e ci auguriamo anche in una grande adesione da parte degli appassionati”.
L’amministrazione era rappresentata dall’assessore allo Sport, Sofia Guanziroli. “Lo sport è in grado di abbattere quelle barriere che la società non è in grado di demolire. Lo scorso anno, in occasione della prima edizione, ho avuto modo di vedere all’opera questi giocatori. Sul campo riescono a fare cose incredibili. Come rappresentante di Cantù non posso che ringraziare il tennis per questa iniziativa lodevole che porta in alto il nome della nostra città”.
Il torneo è organizzato – come detto – in collaborazione con l’Osha-Asp di Como: “Siamo giunti al 45esimo anno di attività nello sport per disabili – ha commentato la presidente Mariangela Volpati – Bello festeggiare l’anniversario con questo importante torneo internazionale. L’impegno è enorme. Vi fornisco un solo numero: saranno almeno 150 le carrozzine da trasportare e gestire ogni giorno, perché gli atleti ne hanno una per muoversi e una per giocare. Ma sul campo noteremo solo gioia e tenacia”.
Il Coni era rappresentato dal delegato provinciale Katia Arrighi: “Ho una mia collaboratrice che pratica il tennis wheelchair. Ed è bellissimo, fatemelo dire, vedere la serietà e l’impegno nell’allenarsi abbinato alla gioia nel farlo. Le capacità e la coordinazione di questi atleti sono da ammirare”.
Al Tennis Cantù era ospite anche Daniela Maroni, delegato provinciale del Cip (Comitato Italiano Paralimpico): “Conosco bene cosa vuol dire avere delle disabilità, ma conosco anche bene la tenacia, la forza e la determinazione che questi atleti mettono in campo – ha detto – Le persone che non toccano con mano non possono conoscere ed emozionarsi per una disciplina, invece questo appuntamento sta offrendo a tutti la possibilità di conoscere il wheelchair. Ecco l’importanza di tornei del genere. Questi atleti hanno una forza che noi non abbiamo”.
A Cantù c’era anche la Federazione Italiana Tennis, rappresentata dal delegato provinciale e consigliere regionale Walter Schmidinger: “Porto i saluti della Fit, del presidente e del consiglio che qui rappresento. Siamo di fronte ad un a sfida iniziata tre anni fa con il torneo nazionale, che poi si è tramutato in internazionale. La nostra regione è quella con il maggior numero di atleti di wheelchair, una disciplina meravigliosa, un esempio di passione per lo sport e per la vita”.
Il territorio sarà rappresentato sul campo da Mauro Curioni, giocatore dell’Osha-Asp che ha dato una mano fondamentale all’organizzazione. “Sarà durissima con 80 atleti in campo – ha detto – C’erano cinque tornei, non credevamo in una simile affluenza. Speriamo che il bel tempo sia al nostro fianco”. Auspicio condiviso anche dal direttore del torneo, Nicola Trincavelli: “Il bello del wheelchair è la componente altissima di sportività degli atleti – ha aggiunto – Lo scorso anno in tutto il torneo non c’è stata una sola palla contestata. Il contrario di quello che vediamo quotidianamente sui campi di tennis”.
La chiusura è stata per Carlo “Charlie” Recalcati: “Io non sono capace di giocare a tennis, ma ho provato a giocare a basket in carrozzina. Non riuscivo nemmeno a tirare. Questo per sottolineare una volta di più le capacità incredibili che hanno questi ragazzi. Credo che chi si occupa di sport per disabili sia una persona speciale, per questo sono onorato di essere stato invitato per il secondo anno a questa presentazione. Lo sport insegna alla vita che non ci sono diversità”.