“E’ una situazione difficile per tutti – ha detto il numero uno della provincia di Como, 282° delle classifiche Atp – A casa ho spazio per potermi allenare in giardino, faccio del lavoro fisico quotidiano, ma il lavoro tecnico è sospeso in attesa di quello che verrà. Ci hanno comunicato che rimarrà tutto fermo fino a metà luglio”.
“Anche se rimango allenato – ha proseguito Arnaboldi – non è mai come lavorare sul campo facendo le cose che vanno fatte. La ripresa sarà difficile, la forma si riprende solo giocando. Sarà tosta per tutti”.
Poi si è parlato della carriera del mancino di Cantù: “Il giocatore più importante che ho affrontato è stato Marin Cilic, al secondo turno del Roland Garros. Era numero 10 al mondo. La partita in cui ho provato più emozione è stata però quella contro David Goffin agli Internazionali d’Italia di Roma. Quando giochi contro questi giocatori, anche Goffin era il numero 13 dell’Atp, non puoi entrare in campo pensando di non aver nulla da perdere perché altrimenti partiresti già sconfitto. Un po’ di pressione anche in quei casi c’è sempre”.
“Il “braccino” del tennista? Si si lo conosco anche io. Ma credo che tutti i tennisti l’abbiano provato. Il successo cui sono più legato? Beh, senza dubbio il match dei record a Parigi, nelle qualificazioni contro il francese Pierre-Hugues Herbert. Finì 27-25 al terzo set, dopo 4 ore e 30 di gioco. Ancora oggi è la partita più lunga della storia del tennis nei tre set. Fu un match speciale, lo ricorderò per sempre”.
Poi la domanda delle domande: Rafa Nadal, Nole Djokovic o Roger Federer? “Sono tre campioni che mai ritroveremo tutti insieme in uno stesso periodo. Rafa e Nole potrebbero vincere di più, ma Roger Federer per me rimane il migliore. E’ capace di fare tutto e bene su ogni terreno. Chi invece poteva fare di più? Secondo me Marat Safin, è stato un grandissimo, numero 1 al mondo e ha vinto slam. Ma per il suo talento pazzesco poteva ottenere molto di più“.
C’è stato spazio anche per una battuta su Nick Kyrgios: “Ci ho giocato contro in doppio in un Challenger in Australia. E’ un giocatore particolare, cosi come lo si vede è realmente. Tende un po’ a fare il fenomeno. Il mio futuro? Mi piace il tennis e mi diverto ancora a giocare. Spero di continuare ancora cinque o sei anni, magari sette“.
L’ultima battuta è sul tifo (per il calcio) nel tennis. “Fabio Fognini è interista come me, quando ci incontriamo parliamo sempre di Inter. Il più sfegatato è però John Millman: nonostante sia australiano fa un tifo pazzesco per il Liverpool e non perde una sola partita anche quanto è in giro per il mondo per i tornei”.