Un appello a ripartire, almeno dal 4 maggio, confidando nelle peculiarità del tennis (la distanza, l’assenza di assembramenti) che rendono lo sport della racchetta più sicuro di altri.
“In Italia lo sport in generale è visto come qualcosa di superficiale mentre negli altri paesi è visto in tutt’altro modo – ha scritto Vagnozzi – In questo momento ci sono sport più pericolosi e meno ma il tennis sicuramente rientrerebbe tra i meno a rischio contagio. Il tennis dovrebbe essere visto allo stesso modo di qualsiasi altra azienda e i maestri di tennis, preparatori fisici allo stesso modo degli operai di una qualsiasi azienda”.
“Che differenze ci sono tra un azienda di moda e un circolo tennis prendendo precauzioni importanti? Si giocherebbe all’aperto, al massimo in due su un campo con un maestro (quindi distanziamento molto maggiore che in qualsiasi azienda), spogliatoi chiusi, ognuno avrebbe la sua panchina con la possibilità di sanificarla prima di entrare in campo. L’atletica potrebbe essere fatta all’aperto, anche lì massimo 2/3 ragazzi alla volta ognuno con il proprio tappetino e a distanza di sicurezza”.
“Visto che la federazione sta provando in tutti i modi a far ripartire il tennis, proviamo a farci sentire anche noi!
Chiedo a tutti i maestri, dirigenti, preparatori, presidenti se d’accordo con me di fare girare questa richiesta!
Facciamo ripartire gli allenamenti il 4 maggio”. Un appello che non è passato inascoltato.