E’ successo oggi ad Andrea Arnaboldi, nei quarti di finale del Challenger di Como. Il canturino aveva di fronte Gian Marco Moroni, tennista romano di dieci anni più giovane e che stava giocando anche bene. Per di più, in carriera il brianzolo non aveva mai battuto il suo avversario, perdendoci nei due precedenti senza vincere un set.
Eppure oggi le cose sembravano diverse: 6-3 Moroni, 4-6 Arnaboldi. Poi una partenza lenta nel terzo set, cosa che però era già successa con Andrej Martin negli ottavi. Insomma, niente di irrecuperabile. Moroni però inizia ad avere problemi fisici, chiama il medico, fatica a correre in modo evidente.
Il gioco all’improvviso cambia in tutto. Moroni, non potendo scambiare da fondo, inizia a tirare tutto seguendo la logica del “o la va o la spacca”. Solo che i servizi a 200 all’ora, i rovesci lungolinea a occhi chiusi, le battute da sotto, gli ace di seconda, sortiscono effetto. Arnaboldi perde la bussola, si innervosisce, e l’avversario riesce a mantenere il divario arrivando al 6-2 che gli consegna le semifinali.
In precedenza era arrivata la bella (e inattesa) vittoria di Andrea Vavassori contro la testa di serie numero 2, lo slovacco Jozef Kovalik. Vavassori è la rivelazione del Challenger di Como. Non solo ha raggiunto la finale nella sua “specialità”, il doppio (che giocherà domani alle 17.30) ma pure la semi in singolare dopo essere partito dalle quali. Una vera impresa. Sulla sua strada (inizio alle 13) ci sarà proprio Moroni.
Nella parte alta invece si sfideranno le due teste di serie di quella sezione di tabellone, ovvero il numero 1 Daniel Altmaier (Germania, 7-6 6-3 a Riccardo Bonadio) e il numero 4 Juan Manuel Cerundolo (Argentina, 7-5 6-2 al croato Nino Serdarusic).
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