Challenger di Como: battaglia di due ore, Debru porta il titolo da Piatti

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Per la seconda volta in 18 edizioni, il Challenger di Como passa le Alpi e atterra in Francia. Ma questa volta, rispetto al Kenny De Shepper del 2016 che cercava a Villa Olmo una risalita in classifica, il sapore è del tutto diverso perché il pubblico accorso ieri sul centrale del Tennis Como, ha condiviso i primi passi di quello che potrebbe essere un big del circuito. Questa è stata almeno la sensazione nel seguire e vedere la vittoria in tre set del diciottenne Gabriel Debru, già campione Junior del Roland Garros e scelto da Riccardo Piatti come pupillo da crescere e plasmare. E il coach comasco poche volte sbaglia.

Ieri, nella finale contro l’altrettanto ottimo peruviano Ignacio Buse – che però rispetto al francese ha un deficit non da poco, il servizio che porta pochi punti – a decidere sono stati i dettagli, in un match di oltre due ore concluso con il punteggio di 6-1 2-6 6-3 e giocato in un clima più equatoriale che da Lago di Como. Umidità pazzesca, portata dal temporale che solo un’ora prima della finale aveva rischiato di guastare la festa (il campo era allagato) e che ha inevitabilmente condizionato il gioco, rendendolo oltremodo faticoso.

Ed è forse anche per questo che alla fine, quando le energie iniziavano a scarseggiare e nonostante un peruviano che sembrava pronto per la zampata vincente, il guizzo è arrivato dal francese che in settimana aveva giocato una partita in meno (grazie al ritiro di Nishikori) e anche quattro set in meno, arrivando dunque a domenica più riposato rispetto a Buse che già nei quarti e in semi aveva dovuto arrivare al terzo set. Bravi tutti, comunque, e bella partita. Al termine di un torneo in cui i giovani hanno decisamente schiantato i colleghi più esperti.

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About Author

Sono nato a Como nel dicembre del 1974 e in questa città sono cresciuto, mi sono sposato e sono diventato padre. Sono un giornalista professionista iscritto all’Albo della Lombardia. Amo il tennis da sempre, da quando bambino sognavo di diventare Stefan Edberg. Mi sono fermato molto prima. Pigro di natura, ho preferito raccontare questo sport nel modo meno faticoso, ovvero dalla tastiera di un pc. Ho lavorato per Espansione Tv e il Corriere di Como seguendo tutt’altro, la cronaca nera e giudiziaria. Oggi scrivo per La Provincia di Como.

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