Oggi, che inizia la “Fase 2”, quella della convivenza con il Covid-19, quella della riapertura del tennis ai giocatori di Prima e Seconda categoria, vogliamo rivolgere un pensiero a chi la “Quarantena” da palline e racchette la sta vivendo da tantissimo tempo, e non da due mesi.
Parliamo di Giada Clerici, che nel 2015 era arrivata – ancora giovanissima – ad essere la migliore giocatrice comasca, numero 700 al mondo, con due finali consecutive raggiunte nel circuito internazionale Itf tra luglio e agosto. Iniziarono in quei giorni però primi guai alla spalla, che ne condizionarono il servizio.
Arrivò anche il primo stop, lungo, con il 2016 praticamente buttato. Nel 2017 il problema sembrava superato, tanto che giunsero un’altra finale Itf e l’accesso al tabellone di Prequalificazione degli Internazionali d’Italia. A febbraio 2018 l’ultima soddisfazione, i quarti di finale in un torneo in Turchia raggiunti dopo essere partiti dalle qualificazioni. Poi ancora il dolore, lo stop e la decisione di intervenire chirurgicamente.
Da allora Giada (sono passati due anni, non due mesi) non ha praticamente più giocato. Proprio a febbraio 2020, prima che il mondo (compreso quello del tennis) si fermasse, la Clerici aveva ripreso a sudare su un campo da tennis e tutto pareva andare abbastanza bene. Era arrivato il momento di inserire il servizio, passaggio cruciale che è stato forzatamente rinviato.
Difficilmente Giada potrà tornare a girare il mondo per tornei. Le piacerebbe però rimanere nel mondo del tennis. “Mi sarebbe piaciuto giocare ancora, qualche torneino potrei anche farlo, ma non credo che sarà più come prima… Purtroppo è andata così. Mi piacerebbe allenare”. Ma la priorità per ora è un’altra: “Vorrei che la spalla si sistemasse”. Dopo tanta sofferenza e pazienza, sarebbe il minimo.