Nel tennis conta solo vincere. Punto. Però questa mattina Andrea Arnaboldi, pur perdendo contro l’ex top 50 giapponese Go Soeda, ha giocato una partita di buon livello arrendendosi in tre set e solo in volata.

A far saltare il tappo è stato un presunto doppio fallo di Soeda non chiamato dall’arbitro sul 40-40 e 4-2 del terzo parziale. Punto che avrebbe potuto girare il match che invece è scivolato nelle mani del giapponese andato prima sul 5- 2 e poi sul 6-2.

Sorteggio sfortunato per il canturino: il giapponese arrivava anche da un buon momento di forma con la finale raggiunta la scorsa settimana nel Challenger di Ho Chi Min in Vietnam

Fino a quel momento la partita, valida per il primo turno del ricco Challenger di Ningbo in Cina (125 mila dollari di montepremi) era stata in equilibrio. Nonostante il sorteggio sfortunato, contro la testa di serie numero 5 del tabellone fresca della finale di Ho Chi Min, il canturino ha infatti giocato un buon match.

Primo set deciso, a favore di Soeda (nella foto), dall’unica palla break nel game di apertura della partita (parziale poi finito per 6-4). Seconda frazione nelle mani di Arnaboldi per 6-3. Il set decisivo per il passaggio del turno è rimasto in bilico fino al 4-2 per il giapponese, prima appunto della chiamata (non arrivata) che avrebbe potuto riaprire il discorso.

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Sono nato a Como nel dicembre del 1974 e in questa città sono cresciuto, mi sono sposato e sono diventato padre. Sono un giornalista professionista iscritto all’Albo della Lombardia. Amo il tennis da sempre, da quando bambino sognavo di diventare Stefan Edberg. Mi sono fermato molto prima. Pigro di natura, ho preferito raccontare questo sport nel modo meno faticoso, ovvero dalla tastiera di un pc. Ho lavorato per Espansione Tv e il Corriere di Como seguendo tutt’altro, la cronaca nera e giudiziaria. Oggi scrivo per La Provincia di Como.

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